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Gioia – Modà

SIGNIFICATO

INTERPRETAZIONE #1
La canzone, nonchè titolo dell’album, prende il nome dalla figlia di Kekko chiamata appunto Gioia. Nonostante ciò, lo stesso cantate dei Modà dichiarò pubblicamente in circostanze diverse, che la canzone in questione non è dedicata alla figlia, nonostante ne prenda il nome. Infatti alla figlia il cantante decise di dedicare altre due canzoni, una intitolata “Come un pittore” e successivamente la canzone “Come l’acqua dentro il mare“, che fu anche portata e cantata a Sanremo nell’edizione 2013. A proposito di ciò e della canzone di cui parliamo oggi, durante una intervista disse: “Gioia è anche il nome di mia figlia, ma non è quella la canzone dedicata a lei, questa è un inno alla vita.  Si tratta di una canzone che porta un messaggio positivo ‘pensare di star male e non avere rispetto di chi sta male o è già morto’, un messaggio che insegna che le difficoltà non sono sinonimo di negatività.  Tutto il disco ha messaggi positivi di questo genere”.
CURIOSITA’
«Per lo scorso tour – racconta Francesco Silvestre – a un certo punto ho dovuto interrompere le date per la nascita di mia figlia Gioia. Per questo motivo il live parte con un film che descrive l’arrivo dell’autoambulanza in ospedale. Dentro c’è un’attrice che impersona mia moglie incinta mentre i ragazzi del gruppo fanno la parte degli infermieri, del medico, dell’assistente e io, ovviamente, del padre. Mi si vede mentre arrivo in sala parto e quando esco ho mia figlia in braccio. A quel punto a tutto schermo una scritta: “scusate il ritardo” e partono le note di Gioia». 

TESTO

Sognare di volare e avere sempre il bisogno, di nuove sensazioni per cancellare un ricordo.
E non esiste un cielo, senza stelle se resto ad occhi chiusi ed oltre, oltre le nuvole guardo.
Eppure gioia, se penso che son vivo, anche in mezzo al casino.
Eppure gioia, se penso che da ieri, io sono ancora in piedi.
Pensare di star male è non avere rispetto, verso chi sta peggio, verso chi invece è già morto.
Eppure gioia, se penso che son vivo,
anche in mezzo al casino.
Eppure gioia, se penso che da ieri, io sono ancora in piedi.
Distendersi su un prato e respirare la luce, confondersi in un fiore e ritrovarsi a sentire,
l’odore dell’estate, la fatica delle salite, per apprezzarle meglio, quando saranno discese.
Eppure gioia, se penso che son vivo, anche in mezzo al casino.
Eppure gioia, se penso che da ieri, io sono ancora in piedi.
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Tranne te – Fabri Fibra


SIGNIFICATO

Interpretazione #1 (fornita da Wikipedia)
Visto il suo enorme successo, Tranne te può essere considerato a tutti gli effetti un tormentone, pubblicato nel Novembre 2010 ed esploso definitivamente a inizio 2011. Rispetto ai precedenti brani, Tranne te ha una base molto più tendente all’house music. Con questo brano, Fibra intende ridicolizzare il rap di massa, ritenuto da Tarducci sempre più scadente col passare degli anni. Infatti, la voce fuoricampo all’inizio del video, rappresenta la massa, i fan di Fibra che gli chiedono di fare il “rap futuristico” (il rap commerciale). Fibra finge di accontentare i propri fan, e inizia così la canzone, appunto, ispirata alle varie hit house degli anni 2010 con lo scopo di prenderli in giro. Di seguito, fibra accenna anche ai suoi “veri fan”, ovvero quelli che lo seguono non perché va di moda. I versi dove vengono accennati sono i seguenti:
  • Questo pezzo piace a tutti, com’è che tutti lo cantano tranne te?
  • Qui c’è la musica e tu non balli, tu parli, parli, parli.
Vi sono anche degli insulti, in alcuni versi, ai fan che lo ascoltano solo perché va di moda:
  • Lo spettacolo è finto di brutto, hanno tutti capito il trucco tranne te.
  • Le mie rime la gente le mima, dopotutto sono meglio di prima.
Interpretazione #1 (inviata da un nostro lettore)
Secondo me, Fabri Fibra ha fatto questa bellissima canzone per raccontare la sua vita: sicuramente (essendo un Rapper abbastanza volgare) viene escluso da qualche parte e ha scritto questa canzone proprio per raccontarlo; è questo il significato nascosto, anche nella frase “C’è una festa, siamo in 103, 3033 tranne te!!” significa che (in quel caso) potrebbe essere stato escluso da una festa importante.
Interpretazione #2 (inviata da un nostro lettore)
Il senso di tranne te è concentrato al inizio “cos’è sta paranoia?? (dai fammi fare) dai facci ballare, dai fibra caccia un po’ di rap futuristico” questa rappresenta la massa che convince a Fibra di farecanzoni commerciali cioè che piace alla massa del tipo eletronik house, il “rap futuristico” rappresenta il rap che tutti canteranno in futuro cioè il rap commerciale. In pratica è una critica alle canzoni commerciali, e siccome anche lui lo è diventato è anche una mezza autocritica altra fase “di politica non sono un esperto ma l’italia sarà presto un deserto,tra 20 anni saremo tutti emigrati asaint tropez” dice che la politica fa pena e che si passerà da male in peggio.

TESTO

Rap futuristico a
Rap futuristico o
Rap futuristico e
Ma cos’è sta paranoia
Aspetta fammi fare
Dai facci ballare
Lo fanno tutti tranne te
dai fibra caccia un po di
rap futuristico
Ok! Rap futuristico A B
Rap futuristico Ab Ab Ab AB
Rap futuristico A B
Rap futuristico fabri fabri fabri fabri
Rap turubistico (credo) B A
Spepeteristico fibra fibra fibra fibra
Spepeteristico C D
Rap futuristico
Anche se tutti ballano
tanne te
E il tuo dirnk sembra quasi un te
E un motivo sotto sotto c’è c’è c’è
Tu e lei (tu e lei)
Si ma lei ha gia un marito che
Che ti cerca immagina il perchè
C’è una festa siamo in 103
3 mila e 33 tranne te
Rap futuristico
tranne te tranne te tranne te
tranne te tranne te tranne te
Rap futuristico
tranne te tranne te tranne te
tranne te tranne te tranne te
tranne te tranne te tranne te tranne te
Rap futuristico A B
Rap futuristico Ab Ab Ab AB
Rap futuristico A B
Rap futuristico fabri fabri fabri fabri
Rap turubistico (credo) B A
Spepeteristico fibra fibra fibra fibra
Spepeteristico C D
Rap futuristico cd cd cd cd
D’estate lavorano tutti perchè
tutti lavorano tranne te
questo pezzo piace a tutti com’è
tutti lo cantano tranne te
La vita che sogni e tutta un pacco
Come in tv affari tuoi
E come la verginità
d’un tratto prima la perdi poi la rivuoi
qui c’è la musica e tu non balli
tu parli parli parli
easy rider sopra un harley
con la maglia di bob marley
le mie rime la gente le mima
ma dopo tutto sono meglio di prima
lo spettacolo e finto di brutto
hanno tutti capito il trucco
tranne te tranne te
Rap futuristico
tranne te tranne te tranne te
tranne te tranne te tranne te
tranne te tranne te tranne te
tranne te
Rap futuristico
tranne te tranne te tranne te
tranne te tranne te tranne te
tranne te tranne te tranne te tranne te
se tu sei bella e bionda grida ooooooooooooooh
se tu sei bella e mora grida oooooooooooooh
se tu sei fidanzata grida ooooooooooooh
se non sei fidanzata grida oooooooooooh
Rap futuristico hey
U oui oui se le medellin
quasi quasi faccio rap in francese
mi fa piu elegante cantante
tira su le mani se anche tu c’hai l’amante
nella pista c’è fibra a palla
è il mio ragazzo guarda come balla
a 12 anni a contare le stelle
a 30 anni a contare le parcelle
nella testa ho mille particelle
di notte sogno mille porcelle
mi regalano le tagliatelle
quando mi vedono a trl
di politica non sono l’esperto
ma dicono l’italia sara presto un deserto
tra 20 anni saremmo tutti quanti emmigrati a san tropez
tranne te
Rap futuristico
tranne te tranne te tranne te
tranne te tranne te tranne te
tranne te tranne te tranne te
tranne te
Rap futuristico
tranne te tranne te tranne te
tranne te tranne te tranne te
tranne te tranne te tranne te tranne te
se tu sei bella e bionda grida ooooooooooooooh
se tu sei bella e mora grida oooooooooooooh
se tu sei fidanzata grida ooooooooooooh
se non sei fidanzata grida oooooooooooh
rap futuristico
rap futuristico
rap futuristico
rap futuristico

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Non è mai abbastanza – Modà


SIGNIFICATO

INTERPRETAZIONE TESTO E VIDEO#1
“Non è mai abbastanza” è l’ultimo singolo sfornato dai Modà, una canzone che lo stesso cantante del gruppo ha definito “una delle canzoni d’amore più belle e intense che abbia mai scritto”. Dunque il gruppo mantiene il suo genere musicale romantico, anche se per i veri fan del gruppo, questo singolo non rappresenta una novità in quanto già contenuto nel loro album di successo GioiaPer quanto riguarda il testo della canzone, il cuore del testo sembra essere nel finale, quando Kekko canta: “Tu così, forte e sola…“. Perché la fragilità di una donna incuriosisce e affascina, ma è la forza quella componente che te ne fa innamorare. Il vero protagonista dunque è l’uomo fragile, indifeso, introverso, quello che il cantante interpreta e porta sulla scena. Da Rocky Balboa aNovecento, entrambi malinconici e confusi, incapaci di trovare la via della felicità. “Non è mai abbastanza” esplode nel ritornello con il famoso bacio del pugile di Philadelphia e acquisisce tenerezza con lo sguardo del pianista al di là dell’oblò.
Il video della canzone, sotto ammissione degli stessi Modà, prende spunto da diverse scene di alcuni film: si possono riconoscere infatti rimandi al film La leggenda del pianista sull’oceano, Rocky, Love Actually, Million Dollar Baby; il video stato girato sul lago di Garda, nei pressi di Villafranca di Verona. Oltre ai membri della band, compaiono anche tra giovani attrici: in ordine di apparizione sono Anna Sophie Bellè, Federica Gasparini e Carlotta Brusini.

TESTO

Se, ti chiedessero se c’è, qualcuno che ti ha amata al punto di pensare che poi in cambio non voleva niente, tranne fossi felice, che ti lasciasse in pace e di riaverlo accanto per fargli capire che per te, non è mai abbastanza, no non è mai abbastanza, scusa se ti interrompo, ma forse non ti rendi conto che per me, non esiste il mondo perchè per prima esisti tu.
Tu che mi attraversi e tu, tu che di stelle vesti il cielo e mi convinci che di te non ne avrò mai abbastanza.
E tu, ciò che poi non ti aspetti, tu che piangi e non nascondi niente, neanche quando dici che hai sbagliato e vuoi cambiare, tu, così forte e sola, tu…
Tu, così diversa e uguale, tu campo di girasoli accendi i miei sorrisi, quando prima di spogliarti dici che, di me tu ti vergogni e cambi espressione e dici amami più forte e fai tremare il mondo, ma non capisci che, non esiste il mondo, perchè per prima esisti tu.
Tu che mi attraversi e tu, tu che di stelle vesti il cielo e mi convinci che di te non ne avrò mai abbastanza.
E tu, ciò che poi non ti aspetti, tu che piangi e non nascondi niente, neanche quando dici che hai sbagliato e vuoi cambiare…
Tu, tu che mi attraversi e tu, ciò che poi non ti aspetti, mi convinci che di te non ne avrò mai abbastanza…
Tu così forte e sola, tu….
mai_abbastanza

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Lettera dall’Inferno – Emis Killa


SIGNIFICATO

INTERPRETAZIONE #1 E COMMENTO PERSONALE
Parto a spiegare il testo di questa canzone facendo una premessa importante: questa interpretazione viene scritta da uno che crede in Dio, sono cattolico e proprio per questo vedo solo tanta rabbia misto dolore in questa ultima canzone di Emis Killa. Per una volta non c’è bisogno di spiegare nulla, Emis Killa non fa giri di parole, arriva subito al dunque, non ci sono metafore o altro, è una canzone, quasi un grido, rivolto con rabbia a Dio. Fa riflettere sì, perchè quante volte nella nostra vita preghiamo Dio e non ci viene mai dato quello che chiediamo? Ma a mio avviso è proprio qui che sbaglia il rapper milanese e molte volte sbagliamo pure noi a scambiare una preghiera a Dio con invece richieste inutili, quasi pretese, cose insomma sicuramente non fondamentali nella nostra vita. Ascoltando questa canzone mi è venuto in mente il film “Una settimana da Dio“, una scena in particolare, quando il protagonista sente le preghiere delle persone: è lì che ti rendi conto quante cose inutili chiedono le persone, dal diventare più ricchi, ad avere le capacità di conquistare una donna o anche di diventare più alti o fare successo etc secondo voi queste sono preghiere? Non ci si può rivolgere a Dio pretendendo che lui ci dia risposta come vogliamo noi: considerereste Dio solo chi esaudisce dal primo all’ultimo i vostri desideri, anche quelli più futili (riducendo quindi il tutto ad un semplice “genio della lampada”)? Ovviamente non sono qui per giudicare nessuno, ma trovo errato anche il modo in cui Emis Killa si comporta e si rivolge a Dio: l’errore più grande ritengo stia in questa frase “Qualche volta che io ti cerco (se), quando sono nei guai (nei guai) Scrivo una lettera dall’inferno“: trovo piuttosto presuntuoso rivolgersi e chiedere aiuto a Dio solo quando uno si trova in difficoltà, mentre nel resto del tempo, se uno sta bene e non ha problemi, se ne dimentica completamente e se ne frega letteralmente, ignorandolo e al contrario non ringraziandolo per ciò che gli è stato donato fino a quel momento. In fondo non sono io a denunciare questo comportamento comune al 99% delle persone,  ma è lo stesso Emis Killa che ammette pubblicamente di comportarsi in questo modo “Non prego quando pranzo e non ti ringrazio”. Di tutta questa canzone però salvo la parte finale, in cui il cantante riconosce tutto il suo limite umano in questo mondo (“Forse è un limite mio“) e proprio questo, al contrario di ciò che dice tutta la canzone, dovrebbe bastare a far riflettere sul fatto che proprio perchè siamo limitati e umani, abbiamo bisogno di un Dio o per rimanere sul vago di un Essere superiore a cui rivolgersi, perchè da soli non riusciremmo a compiere le nostre vite.

TESTO

Yeah
Caro Dio, mi scuso se sono sparito
E’ che, ultimamente, lo avevi fatto anche te
Non sono qui per litigare ma siamo sinceri
Io ti ho cercato in ogni dove, tu invece dov’eri?
Nella mia vita non sei stato quel che dovresti
Il diavolo è stato più bravo, per certi versi
Il credo dalla fede, ognuno c’ha la sua
Mia madre in chiesa piange sangue, più della tua
Non so con quale scusa ti possa difendere
La gente scrive preghiere ma forse non ami leggere
Nasci in gara per poi perdere
Veniamo al mondo piangendo e questo mi ha sempre fatto riflettere
Se ti comporti male, ti fai qualche nemico
E ci sarà un motivo, se Giuda ti ha tradito
Mi hai creato a tua immagine e oggi sono un re
Ma la corona di spine tienitela per te!
RIT.
Mio dio
Qualche volta che io ti cerco (se), quando sono nei guai (nei guai)
Scrivo una lettera dall’inferno ma non la leggerai (no)
Mio dio
Detti legge nell’universo (sì), perchè prendi e dai (prendi e dai)
Ma le lettere dall’inferno (quelle) non le leggi mai
Se sei onnipresente e dall’alto ci fissi
Se sei onnipotente a sto punto te ne infischi
Considerando le volte in cui vedi e non agisci, forse conviene farci credere che non esisti
Nonostante i crocifissi e le preghiere ad alta voce
Nessuno è prediletto, ognuno ha la sua croce
Non prego quando pranzo e non ti ringrazio
Il pane a tavola ce l’ho perchè mi alzo, e mi faccio il mazzo
Faccio buone azioni, ma nonostante questo sul mio conto girano cattive voci
Scendi dall’altare, per una volta si può fare
Liberarti dagli impegni e liberaci dal male
Un Dio che impone i suoi comandamenti, che giustizia è?
Un Dio onesto, un Dio che non detta regole?
“Non avere alcun Dio al di fuori di me” lo direbbe solo chi è egoista e pensa per sé
RIT.
Mio Dio (x2)
Quando chiedi se credo in Dio, (io) non rispondo di sì (nah)
Forse è un limite mio, (ma) lui mi ha fatto così
(x2)
Mio Dio (x4)
emis_killa

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Gli Anni D’Oro – Jake La Furia


SIGNIFICATO

INTERPRETAZIONE #1 E CURIOSITA’
Torna Jake La Furia dopo il tanto discusso e censurato singolo intitolato “Inno nazionale“. Questa volta la canzone che propone è una canzone malinconica, in particolare una rivisitazione della ben più famosa canzone degli 883 “Gli anni“, singolo che sicuramente ha fatto la storia degli anni ’90 della musica italiana. Come dicevamo si tratta di una rivisitazione in chiave moderna: se per gli 883 gli Anni d’oro erano quelli del “del grande Real, gli anni di Happy days e di Ralph Malph, gli anni delle immense compagnie, gli anni in motorino sempre in due, gli anni di che belli erano i film, gli anni dei Roy Rogers come jeans, gli anni di qualsiasi cosa fai, gli anni del tranquillo siam qui noi“, per Jake La Furia gli anni d’oro essendo molto più giovane corrispondo a quelli “del Grande Milan Gli anni di Van Basten e Van Damme” (è risaputa la fede milanista del cantante), “Gli anni con il buster sempre in due”, “Gli anni degli spacchi in fondo ai jeans”, “Gli anni della techno nell’ hi-fi”etc insomma tutte cose che i ragazzi nati negli anni ’90 ricordano perfettamente. Le strofe non fanno altro che marcare ancora di più la spaccatura tra gli anni passati, considerati dunque i migliori, e quelli più recenti visti invece in maniera del tutto negativa: “Peró ricordo ieri, avevo piu amore e più amici veri, oggi ho soltanto più amanti soldi e pensieri”. Molto curiosa invece la sceltadel video che accompagna la canzone, che per mostrare gli anni passati, mette in prima piano un Jake La Furia in versione bambino, che però rappa anche lui, a dimostrazione di come la passione per la musica e per il rap, Jake ce l’abbia avuta fin da piccolo.
Molti inoltre ci hanno chiesto di spiegare il verso della canzone “Ricordo il Genio mentre scalvalca Zubizarreta” per alcuni incomprensibile; in verità Jake fa riferimento ancora una volta al grande Milan degli anni ’90, quello appunto formato dal micidiale tridente olandese Van Basten – Gullit – Rijkaard. In quella squadra però era presente anche il giocatore Savicevic, soprannominato appunto il Genio per la sua genialità nelle giocate col pallone. Dunque entrando nel particolare,Jake sta parlando della finale di Coppa Campioni giocata nel 1994 tra Milan e Barcellona: durante quella finale, Savicevic si inventò un gol capolavoro, facendo partire un pallonetto da posizione veramente angolata rispetto alla porta e dunque da posizione quasi impossibile, che scavalcò l’allora portiere del Barcellona Zubizarreta, finendo in rete e chiudendo di fatto la partita. Quel gol è rimasto per la sua originalità uno dei più belli della storia del calcio e votato come uno dei migliori 3 gol in assoluto dell’intera storia del Milan.
Al contrario delle voci poche fondate che girano in rete, la canzone ovviamente non è stata rubata agli 883, tantomeno si tratta di plagio: i due cantanti (Max Pezzali e Jake La Furia) si conoscono benissimo, sono grandi amici e proprio recentemente hanno condotto insieme per quasi tutta l’estate il programma “Alla ricerca del tormentone perduto“: probabilmente anche grazie a quest’ultimo, che ha permesso ad entrambi di conoscersi ancora meglio, potrebbe esser nata l’idea di comporre questa canzone, sicuramente un tributo anche agli anni d’oro degli 883, che proprio negli anni ’90 raggiungevano l’apice del loro successo.

TESTO

Giù la pedivella
In due sopra la sella
Lanciati sulla strada
Frá il cuore era una trivella
Ricordo per chiamare
Non avevo il cellulare
La musica frà non era tutta uguale
Dovrei fare le somme
Sembra che non so contare
Perfino alla mia famiglia
Non so più che raccontare
Da quando uso i contanti
Ho chiuso con tanti
Mi credono diverso
Frá hanno chiuso i contatti
Pero io mi ricordo le partite
Per strada coi miei fratelli
Su un campo scassato che
ai nostri occhi sembrava Wembley
Ricordo il Genio
Mentre scalvalca Zubizarreta
Con mia madre sul divano
A guardare Mazinga Zeta
Frá le bombole e i graffiti
Le macchie sui vestiti
Io ti guardo e tu mi guardi
E sembra c’ abbiano investiti
Siamo un re ed una regina
Un bambino ed una bambina
Frá il trono era una panchina
E vorrei tutto come prima
Come gli anni d’ oro 
RITORNELLO:
Gli anni d’ oro del Grande Milan
Gli anni di Van Basten e Van Damme
Gli anni delle immense compagnie
Gli anni con il buster sempre in due
Gli anni di che belli erano i film
Gli anni degli spacchi
In fondo ai jeans
Gli anni della techno nell’ hi-fi
Gli anni del tranquillo siam qui noi
Siamo qui noi
Passano gli anni e io non metto
Questa testa apposto
Sempre la collana i denti d’ oro
Ed il cappello storto
Ho un po’ più di esperienza
E qualche punto in più sul corpo
Qualche amico l’ ho lasciato
Per la strada
E qualcun altro é morto
Ora lo scooter é una moto grande
Per il resto fraté
Sono diventato zio
E lo zio é diventato padre
A fare il rap sono un colosso
Perché ho ancora la fame addosso
E frà mi scasso ancora
Ogni volta che posso
Peró ricordo ieri
Avevo piu amore e più amici veri
Oggi ho soltanto più amanti soldi
E pensieri
Ho quei giorni nella testa
Una canna ed era festa
La scuola mi bastava saltarla
Che mi sentivo gangsta
Lei aveva gli occhi più grandi
Che abbia mai visto
É dentro d’ ogni rima d’ amore
Dal primo disco
siamo un re ed una regina
Un bambino ed una bambina
Frà il trono era una panchina
E vorrei tutto come prima
Come gli anni d’ oro
RITORNELLO:
Gli anni d’ oro del Grande Milan
Gli anni di Van Basten e Van Damme
Gli anni delle immense compagnie
Gli anni con il buster sempre in due
Gli anni di che belli erano i film
Gli anni degli spacchi
In fondo ai jeans
Gli anni della techno nell’ hi-fi
Gli anni del tranquillo siam qui noi
Siamo qui noi
gli_anni_d'oro

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L'anima vola - Elisa


L'anima vola è il nuovo titolo del testo della canzone diElisa.
La cantante come sempre dimostra di avere sia un grande talento sia con la voce, che con l'interpretazione che con la creazione di un testo davvero molto bello.

Riuscire a parlare di una cosa tanto profonda come l'anima non è cosa da tutti  né tanto meno cosa facile. Pertanto, dopo questa ulteriore dimostrazione di bravura, insisto a dire che lei sia una delle cantanti più complete della musica leggera italiana.


Ma passiamo alla spiegazione del testo:


L'Anima Vola 
Le basta solo un po' d'aria nuova 
Se mi guardi negli occhi 
Cercami il cuore 
Non perderti nei suoi riflessi 
Non mi comprare niente 
Sorriderò se ti accorgi di me fra la gente 
Sì che è importante 
Che io sia per te in ogni posto 
In ogni caso quella di sempre 
Dice che all'anima basta poco per stare meglio, è sufficiente incontrare persone nuove. Dice che per poter vedere la sua anima, non è sufficiente fermarsi a guardare i colori o riflessi dei suoi occhi, bisogna andare più in profondità: fino al cuore. Dice che per conquistarla non ha bisogno di essere comprata, ma di sentirsi sempre cercata anche quando intorno a lei ci sono tante altre persone che potrebbero distrarre. Dice che per lei è importante sentirsi sempre al centro dei suoi pensieri in ogni momento e luogo in cui lui si trovi.

Un bacio è come il vento 
Quando arriva piano però muove tutto quanto 
E un'anima forte che sa stare sola 
Quando ti cerca è soltanto perché lei ti vuole ancora 
Dice che un bacio quando arriva in modo dolce e delicato è come il vento. Anche se leggero, esso riesce a smuovere un sacco di cose e in lei si risvegliano un sacco di sensi. Dice che la sua è un'anima forte che è perfettamente capace di stare da sola ma quando la sua anima sa di amare, lo cerca perché sa quale posto gli spetta.

E se ti cerca è soltanto perché 
L'Anima osa 
E' lei che si perde 
Poi si ritrova 
E come balla 
Quando si accorge che sei lì a guardarla 
Dice che, se l'anima cerca quella persona, lo fa perché non ha timore di osare di desiderare, lei fa quello che vuole. Può decidere di perdersi per una persona e poi dimenticarla. La sua anima sprizza di gioia se si accorge di ricevere attenzioni dalla persona per la quale si sta perdendo.

Non mi portare niente 
Mi basta fermare insieme a te un istante 
E se mi riesce 
Poi ti saprò riconoscere anche tra mille tempeste 
Dice che non ha bisogno che le porti niente di materiale, ha bisogno solo di sentire la sua presenza per poter stabilire un contatto con la sua anima. Così da poterla riconoscere sempre anche nei momenti più difficili della loro storia.

L'Anima Vola 
Mica si perde 
L'Anima Vola 
Non si nasconde 
L'Anima Vola 
Cosa le serve 
L'Anima Vola 
Mica si spegne

Conclude dicendo che l'anima è in grado di vola in alto perché  non si perde mai, non si nasconde perché non ha paura di niente, non ha bisogno di cose materiali per stare bene e non si spegnerà mai davanti ad niente.


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